Sentieri


Sentiero CAI 736 : Cepletischis - cima
Da Cepletischis (547 m s.l.m.), in comune di Savogna, sul versante sud del Matajur, parte il sentiero CAI 736. Risale le propaggini orientali boscose del versante meridionale percorrendo la Val Polaga (Paluoga) e, a circa mezz' ora dalla cima, arriva al bivio con il sentiero CAI 750 (1450 m s.l.m.), che porta al rifugio; poco prima di questo bivio sono osservabili, sulla destra, dei fiori rari e protetti, gli Asfodeli, dalla caratteristica spiga che sostiene dei petali bianchi.  Da qui esce dal bosco, sale sulla cresta est passando in una distesa si mirtilli e arriva alla cappella del Redentore sulla cima (1640 m s.l.m.). Dalla vetta il sentiero prosegue scendendo verso il rifugio Pelizzo, a sud.
Sentiero facente parte della Via Alpina (percorso giallo) e del Sentiero Italia.
Tempo medio di percorrenza: 3h 15'
Dislivello in salita: 1100 m

La Cappella dedicata al Redentore sulla cima del Matajur


Sentiero CAI 736a : Masseris - cima

Da Masseris (760 m s.l.m.), al centro del paese, parte il sentiero CAI 736a, che si collega con il 736 dopo una mezzoretta di cammino nel bosco, all'altezza della Val Polaga.
Tempo medio di percorrenza: 2h 30' (fino alla cima)
Dislivello in salita: 880 m

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Sentiero CAI 725 : Stupizza - cima
Da Stupizza (273 m s.l.m.), in comune di Pulfero, sul fiume Natisone, parte il sentiero CAI 725. Risale e percorre la cresta sud-occidentale passando sopra le frazioni di Mersino alto e basso; quindi incrocia la Via Palma che sale da sinistra e arriva alle malghe di Mersino (1400 m s.l.m.). Qui il sentiero si divide: a destra si biforcano il sentiero CAI 750, che attraversa il versante meridionale verso il rifugio Pelizzo, mantenendosi in quota, e il 749, che arriva da San Pietro e che sale lungo una direttissima verso la cima; a sinistra, invece, prosegue il 725. Esposti ai raggi del sole calante ci si dirige alle malghe alte, dove si possono avvistare delle volpi e dei camosci, e si arriva alla piccola cresta nord-occidentale, abbastanza ripida, per poi affacciarsi finalmente in vetta (1640 m s.l.m.).
Sentiero facente parte della Via Alpina (percorso giallo) e del Sentiero Italia.
Tempo medio di percorrenza: 3h 30'
Dislivello in salita: 1370 m

Raggiunta la vetta, uno sguardo verso il Canin


Sentiero CAI 749 : San Pietro al Natisone - cima
Da San Pietro al Natisone, in località "Le Querce" (174 m s.l.m.), a fondovalle, parte il sentiero CAI 749. Resta tutti il tempo sulla lunga cresta meridionale, tra la vallata dell'Alberone a destra e del Natisone a sinistra. Dopo circa 3 ore oltrepassa la strada che collega Montemaggiore, frazione di Savogna, a Mersino, nel comune di Pulfero; poco più tardi incrocia sulla destra il sentiero CAI 751, che va anch'esso a Montemaggiore. Arriva quindi alle malghe di Mersino (1400 m s.l.m.), al bivio nominato nella descrizione del sentiero 725. Proseguendo dritti lungo la direttrice di massima pendenza si passa per il Dom na Matajure, un bivacco aperto nei finesettimana, per poi continuare lungo un pendio più dolce fino alla cappella del Redentore in cima (1640 m s.l.m.).
Tempo medio di percorrenza: 4h 30'
Dislivello in salita: 1470 m

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Sentiero CAI 750 : Malghe di Mersino - bivio sentiero 736
Il sentiero parte dalle Malghe di Mersino (Marsinska Planina) e, tenendosi costantemente vicino ai 1400 - 1450 m, percorre l' intero versante meridionale verso est, sopra il confine degli alberi. A metà strada si trova il rifugio Pelizzo, e dopo l'osservatorio astronomico ci si immerge nel bosco e si entra nella piccola valle del torrente Skrila. Si incontra quindi una piccola fonte zampillante, Cunes, oltre alla quale prosegue il sentiero. Prima di una breve salita tra piante di mirtilli e lamponi vi è un bivio: a destra si prosegue fino al rio Skrila, lungo il quale si scende verso la Palestra di Roccia, una falesia carsica con brevi vie costituita dai caratteristici campi solcati; a sinistra si prosegue verso fonte Skrila. Poco dopo il sentiero incrocia il 736.
Tempo medio di percorrenza: 1h 15m
Dislivello in salita: 50 m
 le malghe di Mersino

Sentiero da Avsa alla vetta
Da Avsa (860 m s.l.m.), un paesino sloveno sopra Livek (Luicco) sul versante orientale, parte un sentiero che sale verso la cima lasciando alla sua destra la vallata dell' Isonzo; si possono vedere Kobarid (Caporetto) e il monte Nero. Dopo meno di 1 ora si incontra una malga, su una strada sterrata, poco sotto la cima del Mrzli Vrh (1358 m s.l.m. in cima). Quindi si prosegue lungo questa mulattiera per staccarsene subito, lasciandosela a sinistra. A 15 minuti dalla cima si trova alla propria destra il sentiero che sale da Kobarid (Caporetto) e si può scegliere se continuare lungo il versante sloveno , a nord (allungando un po' la strada), oppure entrare in Italia e percorrere l' ultimo tratto del sentiero 736.
Proseguendo per la Slovenia si attraversa tutto il versante nord per poi collegarsi al sentiero CAI 725, che arriva in vetta (1640 m s.l.m.).
Tempo medio di percorrenza: 2h 45'
Dislivello in salita: 780 m

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Sentiero da Kobarid alla vetta
Da Svino (288 m), una frazione di Kobarid (Caporetto), in Slovenia, parte un sentiero che risale lentamente tutte le pendici settentrionali, incrociando diversi sentieri poco frequentati e una mulattiera. A 15 minuti dalla cima si collega al sentiero che arriva da Avsa.
Tempo medio di percorrenza: 4h
Dislivello in salita: 1350 m


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Sentiero della Krivapeta
(sentiero naturalistico ad anello del Matajur)
Partendo dal rifugio si percorrono 300 m verso la cima, dove, al bivio, si prende il sentiero 750 in direzione delle malghe di Mersino (Marsinska Planina).
Inizialmente si costeggia una faggeta che delimita dei pascoli abbandonati ormai invasi dai lamponi e dal Veratrum, dove possiamo ancora ammirare una grande varietà floristica; in stagione riproduttiva si possono sentire i galli forcelli verso la cima. Dopo aver incontrato qualche ginepro e pochi pini, la faggeta che ci ha finora accompagnati alla nostra sinistra termina e ci fa entrare in una prateria aperta in cui i lamponi e le graminacee la fanno da padrone. I primi alberi che si incontrano dopo la distesa sono dei ciliegi selvatici, i quali indicano l'inizio di una breve salita che porta ad un'altro pascolo abbandonato. Qui si prosegue allo scoperto, incontrando qualche sorbo solitario, fino alle malghe.

Si arriva sopra il bivacco dell'ANA, dove si può trovare uno dei pochi prati ancora regolarmente sfalciati, e si prende il sentiero 725 che sale alle malghe alte. In basso, sulla sinistra, si possono vedere degli affioramenti di roccia carsica dove si era tentato di reintrodurre le marmotte (nuovamente scomparse) e, più in sotto, una grande dolina, nella quali si possono incontrare specie vegetali difficilmente osservabili in altre zone del Matajur, come le epatiche e la clematide alpina. In fondo alla dolina vi è una piccola grotta sulle cui pareti esterne si incontrano specie anche rare e protette come la Primula auricola.

Risalendo una vecchia mulattiera si incontra, sulla destra, un ontaneto nel quale si possono osservare anche numerosi aceri. Poco più avanti, sulla sinistra, si può vedere il massiccio del Canin riflesso nelle acque di un laghetto artificiale che le canne stanno pian piano conquistando, interrandolo.

Si prosegue in leggera salita, incontrando alcuni dei pochi pini mughi presenti sul Matajur, fino ad arrivare sulla cresta ovest, che collega la vetta al Monte della Colonna (Visoka Glava), una piccola spalla occidentale della montagna.
In questi prati, se si aguzza la vista nella stagione giusta, si vedranno delle rarissime, protettissime e profumate nigritelle (Nigritella nigra).
Da qui il sentiero lascia i resti della mulattiera per arrampicarsi verso la vetta; appoggiandosi alle rocce nei passaggi un po' più impegnativi si può sfiorare con le mani dei candidi ranuncoli (Ranunculus trunfellneri).

Finalmente in cima, oltrepassati dei rododendri, la vista spazia su tutte le Alpi Giulie (fa capolino anche il sacro Triglav), sulle Dolomiti ad occidente e, verso sud, fino all'Adriatico e all'Istria.

Dalla cima si scende quindi in direzione Cepletischis seguendo il sentiero 736, lungo il quale, dopo un tunnel di salici, si trovano dei mirtilli. Arrivati sulla strada Rommel, una mulattiera contadina, la si segue brevemente in discesa fino al bivio con il sentiero n°750, dove si svolta a destra. Si scende a fonte Skrila, il cui abbeveratoio ha da poco compiuto 200 anni, fiancheggiati da lamponi e ortiche. Inizia quindi un attraversamento in lieve discesa dentro un'argentea faggeta, sgombra dal sottobosco, fino alla sorgente Cunes (che prende il suo nome dalle faine che vi si vedevano frequentemente).
Dopo gli ultimi gigli martagoni presenti sul sentiero si torna a salire dolcemente, per un breve tratto, verso il rifugio, uscendo dalla faggeta e passando davanti alla casa dell'ultimo pastore del Matajur, Vitale.

Tempo medio di percorrenza: 2h 30m
Dislivello in salita: 350m